Presentiamo una nuova sezione dell'archivio online del Centro di documentazione Emilio Tornior curato dal Controsservatorio Valsusa.
Storie che partono da lontano, storie diverse che si incontrano.
La dimensione popolare del movimento no tav emerge con evidenza dai volti, dalle voci e dai racconti dei militanti, l'adesione al movimento è in continuità con il vissuto precedente. Racconti autobiografici che partono spesso da ricordi dell’infanzia, dalla formazione scolastica, da precedenti esperienze di impegno nel sociale. E non di rado sono presenti richiami alla Resistenza al nazifascismo e alla lotta partigiana.
Della dimensione popolare del movimento No Tav emerge in genere il dato quantitativo ma spesso si perde la ricchezza delle relazioni tra le persone, le passioni che animano i militanti, l'importanza dei momenti di convivialità, la capacità di dialogo tra generazioni diverse, la capacità di ascolto e di confronto... e tanto altro ancora. Nei racconti autobiografici questi aspetti emergono con forza dalle parole, dai silenzi, dai ritmi, dalle espressioni dei volti che spesso dicono di più delle parole.
La militanza no tav non è quasi mai il punto di partenza ma un approdo, anche per le persone molto anziane lo sguardo non è mai rivolto soltanto al passato, al contrario emerge una grande capacità di attualizzare ricordi antichi guardando al domani.
La militanza nel movimento è insomma un punto di arrivo e per molti anche l’occasione per scoprire nuovi interessi e nuove occasioni di impegno. La dimensione collettiva di una lotta popolare non viene persa nei singoli racconti: al contrario viene valorizzata dalla passione che anima le singole persone, dalla forza che emanano i racconti, dalla dolcezza e dall’intensità degli sguardi.
Questo breve collage propone frammenti dei primi racconti raccolti nel 2020. Le voci di Gino, Mira, Remo e Titti intrecciandosi lasciano intuire quale sarà il filo conduttore che si ritroverà nei diversi racconti presentati di seguito.
Un operaio, un’infermiera, un veterinario e un’impiegata: per ognuno di essi l’approdo al movimento notav è stato un punto di arrivo e al tempo stesso una nuova opportunità di impegno.
E’ facile cogliere un aspetto che si ritroverà quasi in tutti i racconti. La militanza non è solo costanza e fatica, è molto di più: è orgoglio di appartenere a una comunità che ha riscoperto il piacere di camminare insieme, è curiosità, è accoglienza, è piacere della convivialità, è consapevolezza che quel “sarà dura” gridato alle manifestazioni non è solo uno slogan ma è soprattutto un avvertimento che racchiude l'impegno di continuare la resistenza con la stessa determinazione mostrata nei decenni precedenti.
Le testimonianze autobiografiche pubblicate sino ad oggi:
Celerina - Ezio - Franco - Gino - Italo - Laura - Maria - Marisa - Mira - Remo - Saveria - Titti