Noam Chomsky

"I temi sollevati nell'esposto meritano senz'altro un intervento del Tribunale Permanente dei Popoli"

"E' particolarmente inquietante apprendere delle accuse e minacce di punizione contro gli anarchici che sono tra quelli che si oppongono al progetto del treno ad alta velocità. Mi auguro che le accuse cadano e che le proteste possano continuare senza subire ingerenze"

Il confronto con gli enti locali della Val di Susa: è solo formale

 

I primi progetti del TAV Torino-Lione
Il primo accordo italo-francese per una nuova ferrovia Torino-Lione viene firmato a Torino il 29 Gennaio 2001: sancisce che la nuova linea vada realizzata quando la capacità della ferrovia esistente (c.d.linea storica) risulti saturata dal traffico passeggeri e merci.

I primi progetti di cunicolo esplorativo (Venaus) e delle  tratta italiana e transfrontaliera del TAV vengono pubblicati negli anni 2002 e 2003; la tratta italiana sviluppa il tracciato “in sinistra Dora”, attraversando il monte Musiné e passando a nord della città di Torino. Gli iter progettuali sono inquadrati nella Legge Obiettivo (L. 433-2001), che non contempla la consultazione degli Enti locali territoriali.

 

Delibera approvata da 37 enti locali della Val Susa e cintura ovest torinese il 19-03-2005
Oggetto: forte contrarietà al progetto del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione; richiesta di proseguimento del confronto istituzionale per esaminare le istanze espresse dalla totalità degli enti locali interessati.
Approvata con voto unanime da tutti i Consigli comunali riuniti in sequenza in sede pubblica, in P.za Castello a Torino

La rappresentazione formale di un dialogo tra le parti
A seguito degli scontri di Venaus nel 2005 e delle imponenti manifestazioni popolari di fine anno, il Governo ritira i progetti, dichiara di estrarre l’opera dall’elenco della Legge Obiettivo e predispone l’istituzione di un Osservatorio tecnico, affidato alla presidenza di Mario Virano, che ad Agosto verrà inopportunamente nominato anche Commissario Straordinario del Governo per l’asse ferroviario Torino-Lione.

L’Osservatorio inizia i lavori a gennaio 2007: in una prima fase esamina il grado di utilizzo della linea storica e l’andamento del traffico sulla direttrice, evidenziando un traguardo ipotizzabile di saturazione collocato in un lontano futuro (vari decenni), almeno per la tratta transfrontaliera.
Successivamente il presidente impone comunque all’Osservatorio la formale definizione di linee guida, criteri e requisiti di progettazione di una linea ferroviaria nuova.
I rappresentanti tecnici dei Comuni della Val Susa denunciano l’incongruenza di questa imposizione con l’asserita volontà di dialogo tra le parti, mentre il Governo italiano dà all’Osservatorio stesso l’ultimatum di una data entro cui presentare il quadro progettuale: il 30 Giugno 2008.

 

Intanto il Governo italiano procede comunque verso la realizzazione dell’opera
Prescindendo dai lavori dell’Osservatorio, intanto, fin da Novembre 2006 il Ministero delle Infrastrutture italiano preparava un dossier con varie ipotesi di tracciato per una nuova ferrovia Torino-Lione, da presentare alla Unione Europea a corredo della richiesta di co-finanziamento della tratta transfrontaliera dell’opera. I sindaci vennero chiamati a partecipare ad una Conferenza dei Servizi in merito, ma declinarono l’invito: condividere l’ipotesi di realizzazione dell’opera pregiudica l’apertura di un confronto che parta dalla verifica dell’effettiva necessità di costruirla. Il Ministro presenta il dossier alla UE il 18/07/2007.

 

Delibera approvata da 30 Comuni il 17-07-2007
Determinazioni dei Comuni in merito alle ipotesi di realizzazione e co-finanziamento UE di una nuova ferrovia Torino-Lione: la presentazione del dossier alla UE è atto unilaterale del Governo; è invece necessario il coinvolgimento dei cittadini; no a qualsiasi realizzazione della linea che inizi dal tunnel di base.

Alcuni Comuni (San Didero, Avigliana) approvano anche delibere specifiche contro il tunnel di base
Il 4/10/2007 i Sindaci consegnano le delibere a Jan Brinkhost, (coordinatore europeo linea TEN) a Bruxelles.

 

Intanto una sentenza del Consiglio di Stato certificava che l’opera era uscita dall’elenco della Legge Obiettivo

I Sindaci si sforzano di presentare una controproposta
Nei primi mesi del 2008 vi è un cambio di Governo in Italia in seguito ad elezioni politiche.
I Sindaci commissionano ai propri rappresentanti tecnici uno studio che ipotizzi una nuova ferrovia da Torino al confine francese suddivisa in 3 lotti, da realizzare man mano che le corrispondenti tratte di linea esistente raggiungano la saturazione del traffico. Lo studio viene denominato FARE (Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti) e viene presentato il 17-06-2008

La controproposta dei Sindaci, che prevede di iniziare l'eventuale realizzazione a partire dal nodo della città di Torino in quanto punto maggiormente congestionato, non viene in realtà presa realmente in considerazione nell'Osservatorio.
Il 29 Giugno 2008 il Presidente dell’Osservatorio, Virano, conclude i lavori del primo mandato governativo con il “Documento di Pra Catinat” (che i media battezzano impropriamente “accordo”). Vi si ribadisce l’intenzione di realizzare comunque l‘intera nuova linea.

 

Un momento di svolta: è il Governo a scegliere la delegazione di Sindaci da incontrare
Il mese di Luglio 2008 segna la fine della prima fase di vita dell'Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione, quella in cui avevano partecipato tutti i Comuni e che era giunta a dimostrare tecnicamente la sostanziale inutilità dell'opera. A sancire il passaggio di fase nel confronto tra le parti è una riunione a Roma del cosiddetto "Tavolo Politico di Palazzo Chigi per la Torino-Lione", dove siedono i Ministri ed i rappresentanti degli Enti Locali, dalla Regione Piemonte fino ai Comuni. Per la prima volta i Sindaci vengono invitati "ad personam" all'incontro, con un criterio che oggettivamente cerca di limitare la presenza degli oppositori all'opera e massimizzare il numero dei tiepidi e favorevoli.

 

Seguirà una seconda fase di lavoro dell'Osservatorio, contraddittoriamente volta comunque alla progettazione della linea, in cui saranno ammessi solo i Comuni favorevoli al TAV, allargando le presenze perfino ai non direttamente coinvolti.
Questa seconda fase, che mira ad iniziare la realizzazione dell’opera partendo dal tunnel di base, mette in scena un dialogo puramente di facciata, viziato dal principio dell'ineluttabilità dell'opera, che però verrà poi sempre utilizzato come alibi per rifiutare un reale successivo confronto con il territorio della Val di Susa; da qui in poi, da parte dei vari governi in divenire, tutte le ragioni di opposizione verranno ricondotte a problema di ordine pubblico.
 
Nella primavera si svolgono le elezioni comunali; in autunno verrà  modificata l’estensione della Comunità Montana, allargata a comprendere molti altri comuni, anche appartenenti  all’adiacente Val Sangone.

Il Governo sceglie la strada dei fatti compiuti
Il 30 Luglio il Ministro dei trasporti annuncia il prossimo avvio di una campagna di sondaggi geologici per affinare il progetto dell’opera.

 

Delibera su: opposizione alla nuova ferrovia, no ai previsti sondaggi, rifiuto a proseguire con l'attuale Osservatorio di Virano, no alla seconda canna autostradale del Frejus per normale esercizio.
Approvata a maggiornaza nei comuni di (al 1/12/09): Avigliana, Sant'Ambrogio, Villarfocchiardo, Gravere, San Didero, Vaie, Mompantero, Giaglione, Almese, Caselette, Caprie, Bruzolo, Venaus, Chiusa S. Michele, Oulx, Bussoleno, Mattie


Fin da Febbraio 2009 i primi Comuni valsusini abbandonavano il tavolo dell’Osservatorio (Avigliana, San Giorio); anche i rappresentanti tecnici della valle iniziavano a manifestare il loro profondo disagio a proseguire. A Novembre la giunta della nuova Comunità montana si forma con una maggioranza contraria al Tav e delibera l’uscita dall’organismo presieduto da Virano. I presidenti di Regione e Provincia impongono la prosecuzione dei lavori dell’Osservatorio prorogando d’autorità l’incarico ai precedenti tecnici della valle.

 

Il Governo comunica che l’Osservatorio proseguirà senza la presenza della Comunità montana


A Gennaio 2010 inizia la campagna di sondaggi, che vedrà diversi momenti di tensioni e scontri tra i manifestanti NO Tav e le varie forze di polizia.

 

I nuovi progetti della ferrovia TAV-NLTL (Nuova Linea Torino Lione)
Il 17-05-2010 viene pubblicato il progetto definitivo (come variante del previo progetto localizzato a Venaus) della galleria geognostica in località Maddalena di Chiomonte (val Clarea). Le procedure adottate sono, sorprendentemente, quelle della legge Obiettivo!


La Comunità montana presenta dapprima un esposto relativo all’illegittimità procedurale alle autorità competenti e poi inserisce la questione nelle proprie osservazioni al progetto.


Il 10-08-2010 viene pubblicato il progetto preliminare della tratta internazionale (transfrontaliera), parte di competenza italiana; anche questo inserito nelle procedure della Legge obiettivo.

La Comunità montana presenta le proprie osservazioni

 

La Comunità montana e 23 Comuni approvano, tra Settembre ed Ottobre 2010,  delibere che esprimono PARERE CONTRARIO:

  • alla costruzione di una nuova linea ferroviaria internazionale in Valle di Susa;
  • all’avvio dei lavori per il tunnel geognostico della Maddalena;
  • al tunnel di base, al tunnel dell’Orsiera, alle opere relative alla sua interconnessione con la linea storica,
  • alle discariche e alle teleferiche indicate nel progetto preliminare presentato da LTF il 10 agosto 2010;
  • al reinserimento del progetto nelle procedure previste dalla legge “Obiettivo” n. 443/01;
  • all’aumento del carico infrastrutturale e del trasporto merci in questo contesto territoriale già fortemente compromesso.

e chiedono una ridefinizione del confronto istituzionale.


Queste le delibere della Comunità montana e dei 23 Comuni:
Comunità montana, Avigliana, Sant'Ambrogio, Villarfocchiardo, Gravere, San Didero, Vaie, Mompantero, Almese, Caselette, Caprie, Bruzolo, Venaus, Chiusa S. Michele, Oulx, Bussoleno, Mattie, Chianocco, S.Giorio, Novalesa, S.Antonino, Villardora, Bardonecchia, Giaglione, Moncenisio, Rivalta

L’entità dell’opposizione è sintetizzata con evidenza in una mappa riassuntiva dei territori comunali:

map-comuni-notav-8-10-10

Le delibere saranno consegnate al Parlamento Europeo il 13-12-2010

 

In Ottobre il Governo definisce d’imperio, su proposta dei presidenti di Regione e Provincia, la composizione della delegazione di sindaci che incontrerà a Roma; i 23 sindaci scrivono al Presidente della Repubblica lamentando che i rappresentanti delle realtà locali siano "cooptati" direttamente da questi enti con criteri indefiniti, salvo l'adesione al progetto Tav.

 

Il 28-03-2011 è pubblicato il progetto preliminare della tratta nazionale

La Comunità montana presenta le proprie osservazioni

 

Nonostante siano per molti versi carenti (collezioneranno centinaia di prescrizioni ciascuno), i progetti superano le Valutazioni di Impatto Ambientale ai livelli regionali e ministeriali ed ottengono l'approvazione finale del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica). Fa eccezione quello per la tratta nazionale, che verrà sostanzialmente cassato dallo stesso Governo, in favore di un raccordo che utilizzi la linea storica esistente (fine 2011-inizio 2012).
Contro le delibere del CIPE di approvazione dei due progetti la Comunità montana, con l'ausilio dei Comuni di Giaglione e di Venaus, presenta nel 2011 e 2012 ricorsi al Tar del Lazio (avranno sentenza solo nel 2014)

Intanto, già il 27 Giugno 2011 viene militarizzato il territorio destinato al cantiere della galleria geognostica a Maddalena di Chiomonte (istituito per legge quale sito di interesse strategico nazionale dal Gennaio 2012); da questo momento il Governo non accetta più alcun confronto di merito sull'opera, ma si limita a gestire l'ordine pubblico