Testimonianza raccolta il 26 maggio 2021 (prima parte) a Vaie nel cortile della Locanda del Priore e l’8 giugno 2021 (seconda parte) davanti al presidio notav di Vaie

 

Famiglia di origini contadine e operaie, il papà perde un braccio in un incidente di lavoro al cotonificio di Borgone, ma non si perde d’animo.
Inizia a lavorare ancora bambina.

Nei suoi ricordi la fatica e il peso dei panni portati al lavatoio della Maisonetta, frazione di Sant’Antonino dove faceva il bucato per tutta la famiglia: papà, mamma, una sorella e due fratelli.
A 15 anni è operaia alla Magnadyne, poi andrà alla Fiat e alla Savara.
Si sposa a 19 anni con un operaio della Magnadyne e va ad abitare a Chiampano, una frazione di Borgone. Il marito muore a quarant’anni lasciandole un figlio piccolo da crescere.
In fabbrica non fa attività sindacale ma si iscrive alla FIOM, l’unico suo riferimento politico è Pertini.
Inizia a conoscere il movimento notav nel ‘96 in occasione della prima manifestazione pubblica a S.Ambrogio di cui sente parlare dal fratello, il battesimo notav arriverà poi nel 2005, al Seghino, il primo momento di scontro con la polizia. Sarà solo l’inizio.
Partecipa attivamente a innumerevoli trasferte militanti, da Roma alla Sicilia, da Vicenza al Parlamento europeo a Strasburgo. Infaticabile riesce a conciliare la cura dei nipotini con la cura dei presidi notav.
Nel suo racconto i ricordi di ua prima infanzia vissuta ancora ai tempi del fascio, ricordi di partigiani di Sant’Antonino, ricordi del primo voto concesso alle donne nel ‘46 si intrecciano con le emozioni della militanza notav.

 

Celerina è nata a Sant’Antonino di Susa nel '40, oggi vive a Sant’Antonino di Susa

 

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